“Chinaglia era la Lazio, nel bene e nel male”: inizia così il ricordo di Long John del nostro amico Giovanni Calviello
Giorgio Chinaglia era la Lazio, nel bene e nel male. Ne è stata la copia più fedele. Re Giorgio, colui che dall’Internapoli ci prese per mano portandoci in A fino allo scudetto del ’74.
L’odiato nemico di tre quarti d’Italia, che lo riempiva di insulti e improperi; ma lui nulla, anzi si gasava ancora di più segnando gol a carrettate sotto lo sguardo paterno del Maestro.
Lui e Riva rifiutarono la Juve, regalando scudetti rimasti nella memoria collettiva; forse per questo gli si perdonò la fuga in America nel ’76 per seguire la moglie, quando eravamo in piena zona retrocessione, e una gestione presidenziale molto carente. O ancora l’ultimo tentativo di scalata alla società.
Per noi è sempre Lui, quello del dito puntato, della gambetta, del ghigno sardonico che seminava anche la Celere. Per noi Giorgio Chinaglia sarà sempre il grido di battaglia.
Il mio IDOLO non c’erano come oggi filmati, foto, io ritaglia o le foto dall’intrepido e qualche altra rivista avevo fatto dietro la porta della mia cameretta un collage di foto di Long Jonh, long Jonh evviva long Jonh eh eh….
Grande Giorgio Chinaglia Unico Immenso