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Virginia Raggi e la Lazio: affetto privato e veleni pubblici

Virginia Raggi
Virginia Raggi ospite di Radiosei

Tra la “laziale” Raggi e il club continuano le tensioni sullo stadio: fate pace

Lo sguardo di Virginia Raggi che non molla un attimo la maglia di Immobile, autografata per il “lazialissimo” (parole sue) figlioletto, perché passa di mano in mano – nelle fotografie di fine mattinata a Radiosei – e rischia di perdersi e poi chi glielo dice a Matteo che la mamma s’è persa la maglietta di Ciro il Grande.

Cosa mi è piaciuto del suo intervento

Mi è piaciuta quella scena, visto che ero lì per l’intervista di Guido De Angelis alla sindaca (clamoroso lo scoop di Guido e della radio, complimenti!), mi piace la versione mamma della sindaca, mi piace anche quando quello sguardo le si accende parlando della lazialità profonda del marito Andrea e del loro pargolo: “Matteo adora Immobile, ma anche Lucas Leiva”, dice col sorriso suo.

E poi: “Io andavo in curva con Andrea, sono fortemente simpatizzante, a casa si parla di calcio quando la Lazio vince, cioè spesso”. Soprattutto: “Cosa abbiamo fatto al derby? Abbiamo esultato, ovviamente”. Abbiamo, prima plurale. L’affetto per la Lazio si sente, c’è. Questo ci piace, oh sì.

Cosa mi è piaciuto meno

Ci piace molto meno, Virginia Raggi, quando con quel sorriso cerca di addolcire le frecciate al cianuro nei confronti della società: “Mi avevano invitata a Formello prima del derby, poi ci hanno ripensato”. Ma sa bene il perché, e il portavoce del club Diaconale gliel’ha ricordato in diretta: “Abbiamo cancellato l’appuntamento per non essere considerati ‘figli di un dio minore’ a pochi giorni dalla visita ufficiale della sindaca nella sede ufficiale della Roma”.

Soprattutto, non ci piace quando utilizza l’amore dei laziali per il Flaminio e così finisce per mettere in difficoltà la società con i suoi tifosi: “A Lotito avevo proposto in modo informale il Flaminio, senza ottenere un riscontro”. La risposta del club non si è fatta attendere: “L’ipotesi, si sa, è stata scartata da tempo perché impraticabile. Ripresenteremo il nostro progetto dello Stadio delle Aquile, aggiornato rispetto al 2005, quando la sindaca verrà a trovarci a Formello per la visita ufficiale in occasione della festa per la ristrutturazione del centro sportivo”. Nonostante quel sorriso, ogni riferimento allo stadio (“sono in ansiosa attesa di un progetto”) è sembrato velenoso.

Che si stemperi questa tensione

Allora quello che ci auguriamo è che, quando l’incontro ufficiale avverrà (entro un mese, ci assicurano), questa tensione – da entrambe le parti, va detto – si stemperi e Virginia Raggi possa dimostrare il suo affetto nei confronti della Lazio anche nei fatti. Sempre nel rispetto della legge, premessa fondamentale di ogni discorso.

Ci piace, di nuovo, quando lei afferma perentoria: “Non c’è nessun pregiudizio verso la Lazio e mi dispiace se in passato ho dato questa impressione”. Sembrava sincera. Un passo importante nella direzione della par condicio con la Roma: che non sia più utopia, in questa città, ma finalmente realtà. Anche e soprattutto sulla questione dello stadio: lascia perplessi (eufemismo) che la Lazio sia chiamata a risolvere un problema del Comune (il Flaminio), e il Comune invece si sia mobilitato così tanto per risolvere un problema della Roma (lo stadio di Tor di Valle).

Visto che siamo ottimisti e positivi, siamo sicuri che al prossimo successo prestigioso della Lazio, la sindaca non si dimenticherà di invitare la squadra in Campidoglio o almeno di farle i complimenti con un tweet. Senza bisogno che sia Matteo a ricordarglielo.

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5 anni fa

..ma quanto deve dura’ ‘sta farsa ???

Stefano Greco
Stefano Greco
5 anni fa

Cristina e Marco Mezzaroma, rispettivamente moglie e cognato del presidente della Lazio (nonché socio di Lotito nella Salernitana), sono i proprietari dei 493 ettari di terreno al chilometro 6,2 della via Tiberina a nord di Roma, dove nei sogni del presidente della Lazio dovrebbe sorgere un impianto polifunzionale dal costo di 800 milioni di euro e con cubature altrettanto colossali legate alle compensazioni edilizie. Perché oltre ad uno stadio da 55-60.000 posti e alla cittadella sportiva, nei desiderata del presidente della Lazio doveva nascere un vero e proprio quartiere, con centro commerciale, cinema, ristoranti, una stazione ferroviaria, un piccolo porto fluviale e qualcosa come 12.000 unità abitative. La nuova Legge sugli Stadi, però, ha detto no a compensazioni edilizie che prevedano la costruzione di unità abitative, ma non al resto. Il problema alla base di questo progetto, è che tutto questo dovrebbe sorgere in una zona considerata non solo a rischio idrogeologico (è usata come zona di esondazione naturale del Tevere per evitare danni maggiori a valle in caso di piena del fiume e per questo soggetta a vincoli) ma anche di valore storico-archeologico. La tenuta, infatti, ha una storia che risale al XVI secolo, quando venne fondata dalla famiglia Altieri Pasolini e fu poi utilizzata come residenza estiva da papa Clemente X alla fine del Seicento.

L’area, non distante dal centro sportivo di Formello dove si allena la Lazio, è in portafoglio alla Agricola Alpa, società controllata al 99% dalla Micromarket 2000, una subholding immobiliare di proprietà di Cristina e Marco Mezzaroma, i due figli del costruttore Gianni Mezzaroma, fratello di Pietro (che per breve tempo fu azionista della Roma di Franco Sensi), che a sua volta è il padre di Massimo, ovvero l’ex presidente del Siena. A luglio del 2009, Micromarket ha comprato la quasi totalità delle quote rilevando per 2 milioni di euro il pacchetto di minoranza del principe Francesco di Napoli Rampolla, duca di Buonfornello. Attualmente la società Alpa ha una produzione agricola che vale poco meno di 300 mila euro all’anno. Prima del progetto-stadio varato dal presidente della Lazio, i Mezzaroma puntavano a uno sviluppo immobiliare dell’area basato sulla costruzione di villini e di una struttura agrituristica. Il progetto dello Stadio delle Aquile, però, ha aumentato in modo considerevole le potenzialità patrimoniali di una società che, in ogni caso, già nel 2009 era stata rivalutata in modo molto consistente. Grazie al decreto anticrisi del governo (legge 2 del 2009) e sulla base di una perizia tecnica, la proprietà di Cristina e Marco Mezzaroma era passata da un valore al costo storico di 1,4 milioni di euro a un valore patrimoniale di 21,4 milioni di euro. E questo solo grazie all’ipotesi dello Stadio delle Aquile, con annessi e connessi. Ma se sparisce lo stadio, se il presidente della Lazio accetta l’ipotesi Flaminio o accetta di spostare quel progetto (ancora virtuale) dello Stadio delle Aquile e della cittadella dello sport su altri terreni, come d’incanto va in fumo anche quel valore patrimoniale dell’area. E potrebbe essere un grosso problema sia per la Agricola Alpa che per la Micromarket 2000 e la famiglia Mezzaroma veder svanire da un momento all’altro quasi 20 milioni di euro di valore patrimoniale di terreni che, a quel punto, tornerebbero ad essere buoni solo per pascolare le pecore…

Lo stadio, quindi, è solo uno specchietto per le allodole. Che il presidente della Lazio possa trarre vantaggio dall’operazione di costruzione uno stadio, è legittimo, perché nessuno a questo mondo fa niente per niente e neanche Parnasi, per quanto tifosissimo della Roma e di Totti, si è presentato sulla scena come un buon samaritano. Idem, Pallotta. Il problema nasce se l’interesse personale va a discapito dell’interesse della Lazio, al grido di “O Tiberina o morte”.

giulio cardone
giulio cardone
5 anni fa
Reply to  Stefano Greco

grazie stefano x il tuo contributo mooolto dettagliato!! io penso che se nn riesce a farlo sulla tiberina, lo farà altrove…almeno questo mi risulta…certo insisterà su quell area x quanto possibile!!

Sandro Natalini
Sandro Natalini
5 anni fa

Complimenti a Giulio Cardone per il suo esauriente articolo ! Ora la Raggi eviti di polemizzare con Lotito, metta da parte …il Flaminio e dimostri con i fatti e non solo a parole,piena disponibilità e fattiva operatività nei confronti del progetto -Stadio delle Aquile- della Lazio così come ha fatto con quello della Roma a Tor di Valle.

giulio cardone
giulio cardone
5 anni fa

grazie sandro! speriamo questa tensione super si stemperi…nn serve a nessuno e fa male a tutti!

Sandro Natalini
Sandro Natalini
5 anni fa

Complimenti a Giulio Cardone per il suo esauriente ! Ora la Raggi eviti di polemizzare con Lotito, metta da parte …il Flaminio e dimostri con i fatti e non solo a parole,piena disponibilità e fattiva operatività nei confronti del progetto della Lazio così come ha fatto con quello della Roma.

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5 anni fa

Come riesce a litigare Lotito sopratutto se son laziali non c’è riescono manco i romanisti…
Sto PORCO!

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5 anni fa

Cara Sindaca, il Flaminio è un tuo problema non un nostro.
Noi vogliamo le stesse condizioni degli eterni secondi.
I laziali non li infinocchi.

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5 anni fa

Grande….Virginia!

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5 anni fa

Me comincia a piacé sto Schweshnynywnzystyzkishny.

Ale
Ale
5 anni fa

secondo me non c’e’ attrito fra Lazio e Campidoglio, la distanza di vedute è tra FI e M5S.. è questione politica più che sportiva o istituzionale

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